Smart working e sostenibilità contro ogni Virus!
Smart Working e sostenibilità: se non ora quando ?!
È innegabile,è un momento molto difficile per la società, in questo momento direi che giustamente alcune tematiche siano andate in sordina.
Troppo spesso sentiamo parlare di mercati, crisi, prezzo del petrolio, guerra, guerre e ancora… guerra.
Per sdrammatizzare senza scendere nell'ironia spicciola vorrei dire che questo corona virus è qualcosa da cui ripartire.
Questo momento lo associo ad un momento cruciale della mia vita: quando ho smesso di fumare.
Perché associare lo smettere di fumare alla crisi del corona virus?
io ero un fumatore incallito, fumavo tantissimo, mi piaceva, ero malato sul serio, un tossico tabagista.
Ad un certo punto è successo quello che un trentenne non si sarebbe aspettato così in fretta… fiatone e mal di testa dalle 7 alle 22!
Proprio come sta facendo l'Italia in questo momento avevo scelto di fare un lockdown immediato, ovvero ho subito smesso di fumare e mi sono dato uno stop di 15 giorni.
Come ho vissuto durante quei quindici giorni?
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Beh, ovviamente questo è significato tanti "sacrifici" (si fa per dire)… evitare gli aperitivi, evitare cicchetti dai clienti, evitare generalmente di uscire la sera, evitare insomma una serie di comportamenti che avrebbero acceso in me quella volontà di fumare.
Ho applicato una vera e propria legge marziale sui miei comportamenti quotidiani, il che da ex militare non è stato troppo difficile.
Cosa è successo dopo il "lockdown"?
Dopo aver terminato il mio periodo di divieto al fumo mi sono accorto di tante cose che erano cambiate dentro di me.
- Dopo una settimana che ho smesso di fumare ho ricominciato a correre, fino ad un mese prima era praticamente impossibile fare più di 500 metri;
- Ho notato che il cibo aveva più gusto;
- Ho smesso di aver il catarro mattutino;
- È sparito il mal di testa;
- È sparita la voglia di dovere acquistare le sigarette.
Dopo il termine dei quindici giorni ho dovuto riaprirmi al mondo, non nego che avevo paura di andare a prendere un aperitivo, di bere il caffè…
Ebbene ce l'ho fatta, sono uscito e ho bevuto il caffè, non ho evitato i miei amici che fumavano e oggi sono felicissimo di aver fatto quella scelta, conscio che la qualità della mia vita è migliorata.
Cosa ci suggerisce questa Pandemia?
Il Corona Virus non si sa ancora perché sia nato e come sia nato, ma una cosa è certa, si è propagato grazie ai ritmi frenitici di una società che è lontanissima dall'ecosostenibilità di questo mondo.
Le (il)logiche di mercato che fanno arrivare frutti dall'altro capo del mondo, la globalizzazione sfrenata che ci fa arrivare prodotti di cui negli anni 80 non conoscevamo proprio l'esistenza e manco ne eravamo in cerca.
Ma cosa vuol dire che dobbiamo tornare al medioevo?
No, anzi, guardando questo cielo blue, un blue che avevo dimenticato, ho notato che non ci sono macchine in giro, ho notato che il luogo più sicuro dove acquistare, quello anche più sostenibile, gustoso ed economico è acquistare al mercato rionale. Gusti dimenticati, frenesia svanita e luce del sole, che non è poco.
Il futuro è ricordarci da dove siamo venuti… io sono nato non fumatore e lo sono ritornato a non esserlo, altresì sono nato consumatore di prodotti locali e posso ricominciare a farlo, posso ricominicare a pensare ad un mercato a km zero che oltre ai virus ci metterà al ripare dall'eccessivo inquinamento l'eccessiva produzione di prodotti di cui non abbiamo bisogno..
Lo sappiamo tutti, lo sa anche Greta che così il mondo non può andare avanti.
La digitalizzazione ci aiuta ad essere in contatto col mondo ma questo non significa che io devo fare le stesse cose che fa un giapponese o un americano, il bello del nostro pianetà sta nella diversità dei popoli, in Italia queste diversità esistono da un campanile all'altro.
Zero discriminazioni, zero muri ma stop alla globalizzazione selvaggia!
Ripartiamo da un mercato km zero!