Lo Stato non incentiva l'e-commerce italiano e favorisce i big
Questo 2020 caratterizzato dalla pandemia poteva essere un'occasione per le aziende italiane di affacciarsi al mondo dell'e-commerce.
Non sarà certo incentivando l'utilizzo di monopattini elettrici che il paese può ipotizzare di mettere in moto l'economia, non è certo con incentivi per l'acquisto di dispositivi elettronici che si avvia la rivoluzione digitale italiana.
Un immobilismo che favorisce i big.
Non avendo pensato ad alcun tipo di incentivo e non avendo ipotizzato alcun tipo di tassa (anche un dazio) nei confronti di giganti del commercio digitale, di sta completamente distruggendo una categoria di negozianti che si trovano con i fatturati più che dimezzati. Questo meccanismo sta facendo fallire sin troppe attività, attività che hanno perso vendite e clienti (clienti che nel frattempo comprano su siti come Amazon, eBay, AliExpress e simili).
Come avrebbero potuto incentivare gli E-commerce.
Sarebbero stati necessari fondi per la loro realizzazione e aver premiato gli acquirenti che hanno scelto rivenditori con sede fiscale in Italia.
In questo frangente si sarebbero potuto fare scelte che avrebbero potuto cambiare le dinamiche del commercio online, migliorandolo in termini di sostenibilità ambientale ed etico/economica.
Incentivare l'e-commerce a km zero
L'era del covid 19 avrebbe potuto regalarci modelli economici che guardano alla tecnologia e al futuro ma che al contempo guardano il contesto territoriale, apportando un valore aggiunto.
L'e-commerce locale (ogni regione col suo commercio interno e collegamenti con regioni limitrofe per recuperare oggetti richiesti di cui non si ha giacenza in magazzino).
Una fitta rete di collaborazione, una rivoluzione di cooperazione e concorrenza leale (coopetition), denaro che circola nella comunità locale.
Un tipo di incentivo di questo tipo avrebbe evitato molte proteste (sacrosante)
Lo Stato è ancora in tempo per agire
Lo stato ha tempo per agire e per arginare lo strapotere delle multinazionali (che hanno aumentato vertiginosamente i loro affari in fase pandemica), ha ancora tempo per chiedere più tasse ai ricchi e-commerce con sedi paesi con fiscalità "morbida", lo Stato ha il dovere di agire per dare un futuro migliore alle attività, oltre che un presente che non deve concludersi con un fallimento