Brand Activism: Potenza e Limiti nelle Strategie di Marketing e Politica
Nel corso degli anni, il confine tra politica e marketing si è fatto sempre più sottile. Molti brand hanno iniziato a prendere posizione su temi sociali, ambientali e politici, cercando di rispecchiare i valori dei propri consumatori. Questo fenomeno, noto come brand activism, rappresenta oggi una delle strategie di comunicazione più utilizzate. Ma quanto è efficace e quali sono i rischi legati a questa tendenza?
Cos’è il Brand Activism?
Il brand activism si manifesta quando un'azienda prende una posizione su un tema rilevante per la società. Che si tratti di questioni ambientali, diritti umani o giustizia sociale, il brand si allinea apertamente a una causa, spesso come riflesso delle aspettative di un target di consumatori che richiede autenticità e impegno. In molti casi, questo attivismo è in grado di creare un forte legame emotivo con il pubblico, migliorando l'immagine del brand e incrementando la fedeltà dei clienti.
Tuttavia, questo fenomeno non si limita al business, ma si estende anche alla politica, dove le campagne elettorali spesso seguono gli stessi principi. Dai tempi di Berlusconi fino a Renzi, passando per l'esplosione del Movimento 5 Stelle, abbiamo visto come la narrazione politica sia diventata una vera e propria operazione di branding. I politici, come i marchi, si sforzano di rispecchiare i valori della loro base elettorale, utilizzando una retorica costruita ad hoc per attrarre i voti come fossero "clienti".
I Successi e le Trappole del Brand Activism
Non c’è dubbio che il brand activism possa portare a grandi successi, soprattutto quando il messaggio è autentico e ben congegnato. L’impegno di aziende su tematiche come il cambiamento climatico o la parità di genere può effettivamente migliorare la reputazione del brand. Tuttavia, ci sono anche molti big fail. Uno degli esempi più noti: il tentativo di Gianfranco Fini di rilanciare la sua carriera politica con il movimento "Futuro e Libertà". La campagna, pur utilizzando strategie comunicative innovative, fallì miseramente, fermandosi a un misero 0,46%. Questo ci insegna che l’autenticità e la coerenza sono fondamentali, sia nel business che in politica.
Uno dei problemi più comuni è quando un'azienda o un politico prende posizione su una questione senza un reale impegno dietro. Se il pubblico percepisce una discrepanza tra il messaggio e l'azione reale, l'effetto boomerang è inevitabile. Lo stesso vale per campagne superficiali o "stupide" che mancano di costruire una narrazione solida. Una buona campagna, sia politica che di business, deve poggiarsi su fondamenta solide, con messaggi coerenti e credibili.
Usare o no le tecniche di brand activism?
Il brand activism è una lama a doppio taglio. Da un lato, offre la possibilità di rafforzare il legame emotivo con il pubblico e di emergere come un’azienda impegnata e responsabile. Dall’altro, nasconde il rischio di essere percepiti come opportunisti o incoerenti. Lo stesso vale per la politica, dove un'attenta costruzione del messaggio e la sua coerenza con le azioni reali possono fare la differenza tra successo e fallimento. In un mondo sempre più connesso e consapevole, il pubblico non si lascia facilmente ingannare: per evitare un "big fail", autenticità e trasparenza devono sempre essere al centro della strategia.